Presentazione dell’ANAG
Quando sono stata eletta Presidente della Federazione ANAG Assaggiatori Grappa ed Acquaviti, ho sentito una grossa responsabilità.
Faccio parte di una storia. Una storia della grappa. Un’associazione nata il 29 settembre 1978 ad Asti, dove ancora oggi ha la sua sede legale, voluta, fortemente voluta, dall’allora Presidente della C.C.I.A.A., Giovanni Borello. Erano pochi, allora, i pionieri che hanno iniziato la nostra storia, ma sono riusciti a mettere in piedi un gruppo di persone ed hanno lavorato per la conoscenza del nostro prodotto nazionale, la grappa, per la divulgazione della nostra tradizione e per mettere a punto un metodo d’assaggio.
Quando, poi, mi è capitato in mano l’atto costitutivo il cuore mi è saltato in gola. La storia era nelle mie mani.
Da quel 1978 molti presidenti mi hanno preceduto e delle tappe sono state scritte.
Alla nascita si chiamava A.N.A.G. Associazione Nazionale Assaggiatori Grappa ma, poi, questa parola “grappa” era diventata stretta. Ormai il mercato si era allargato ed altri distillati erano nascenti ed apprezzati, ecco che nel nome compare anche un’altra parola “acqueviti” . Inoltre l’Associazione si era allargata ed il 10 giugno 1994 si decise di diventare Federazione, dando spazio alle Associazioni Regionali che acquisivano più spazio e più autonomia.
Si cambiò anche il nome e A.N.A.G., non essendo più un acronimo, diventò ANAG e si aggiunse una parola: ANAG Assaggiatori Grappa ed Acqueviti. E così è stato fino al 2005, quando la parola “Acqueviti” fu sostituita con quella grammaticalmente corretta di “Acquaviti” ma tanto è radicato il vecchio uso che siamo in pochi a chiamarla con il nuovo nome.
Le schede di degustazione sono cambiate molte volte, nel tentativo di renderle sempre più vicine alla qualità dei prodotti che si andava man mano affinando e, pertanto, anche l’ANAG doveva trovare parametri nuovi di giudizio, per arrivare ai suoi concorsi e poter giudicare i distillati alcolici in maniera più obiettiva e precisa e saper riconoscere la qualità.
Non è la scheda a riconoscere la qualità, è la persona addestrata, ma la scheda aiuta ad oggettivare le sensazioni.
Ed oggi, che gli anni sono passati e che io sono Presidente Federale, l’ANAG dove andrà? Rimarrà quell’associazione seria e professionale che in questi anni ha dimostrato di essere?
Certamente.
La tradizione sarà preservata e la continuità garantita, ma occorrerà uno sforzo di tutti per adeguarci ai tempi e spolverare la nostra immagine, avvicinandosi ai giovani. Saranno loro il futuro, sono loro che hanno i sensi puliti. Imparare a riconoscere la qualità di un prodotto è importante e l’ANAG glielo insegnerà.
Paola Soldi
Presidente Federale ANAG