Trasparenza in etichetta con l’obbligo dello stabilimento di produzione
Lo scorso settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo che reintroduce l’obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione o confezionamento di prodotti alimentari. Un altro elemento di trasparenza e tutela dei consumatori che viene salutato positivamente anche da Anag e dalla sua mission di promuovere una “cultura del buon bere consapevole”. L’obbligo era già sancito dalla legge italiana, ma era stato abrogato in seguito al riordino della normativa europea in materia di etichettatura alimentare. L’Italia ha stabilito la sua reintroduzione al fine di garantire, oltre a una corretta e completa informazione al consumatore, una migliore e immediata tracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute.
Il controllo sul rispetto della norma e l’applicazione delle eventuali sanzioni saranno affidati all’Ispettorato repressione frodi (ICQRF) del MiPAF. “È un impegno mantenuto – ha commentato Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole – nei confronti dei consumatori e delle moltissime aziende che hanno chiesto di ripristinare l’obbligo di indicare lo stabilimento. In questi mesi sono state tante le imprese che hanno continuato a dare ai cittadini questa importante informazione. Continuiamo il lavoro per rendere sempre più chiara e trasparente l’etichetta degli alimenti, perché crediamo sia una chiave fondamentale di competitività e sia utile per la migliore tutela dei consumatori. I recenti casi di allarme sanitario ci ricordano quanto sia cruciale proseguire questo percorso soprattutto a livello europeo. L’Italia si pone ancora una volta all’avanguardia”.